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Testo comune per un indirizzo pastorale dei matrimoni tra cattolici e valdesi o metodisti in Italia


Ufficio Nazionale per l'ecumenismo e il dialogo interreligioso - Ecumenismo


PREMESSA


Il 10 maggio 1988, in un incontro del Segretariato per l´ecumenismo e il dialogo della Conferenza Episcopale Italiana con il moderatore della Tavola Valdese e con altri esponenti delle chiese valdesi e metodiste, si convenne sull´opportunità di una serie di incontri per avviare un dialogo su problemi comuni, indicando come possibile primo tema di confronto i matrimoni misti*.
Il Sinodo delle chiese valdesi e metodiste dell´agosto 1988 accolse favorevolmente l´iniziativa e nominò a tal fine una commissione di cinque persone (Maria Sbaffi Girardet, relatrice; Franco Becchino; Gianni Long; Paolo Ricca; Giovanni Scuderi) destinata a confrontarsi con una analoga commissione nominata dalla Conferenza Episcopale Italiana sul tema dei matrimoni misti «quale problema teologico, pastorale e giuridico comune alle due chiese».
La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana nominò a sua volta una delegazione di sei membri (Filippo Giannini, presidente; Velasio De Paolis; Giorgio Feliciani; Pietro Giachetti; Emilio Landini; Clemente Riva), auspicando che il confronto su questo tema «apra il cammi-no di dialogo e di rapporto con i fratelli valdesi e possa giungere a risultati positivi».
La commissione valdese-metodista, fermi restando i cinque membri effettivi di nomina sinodale, scelse come consulente Alfredo Sonelli. Il primo incontro tra le due commissioni ebbe luogo il 3 marzo 1989, in Roma. Il successivo Sinodo delle chiese val-desi e metodiste dell´agosto 1989, approvando l´operato della commissione da esso no-minata, ne rinnovò il mandato, allargandone la composizione a sei persone per adeguarla a quella della delegazione della Conferenza Episcopale Italiana. Gli incontri proseguirono nel periodo successivo, articolandosi in ventuno sedute congiunte delle due delegazioni (sino al luglio 1993), nonché in contatti informali tra gruppi di lavoro ristretti. La commissione valdese-metodista fu riconfermata, nella medesima composizione, dai Sinodi del 1990, 1991 e 1992. Nel corso dell´inverno 1991-92, a seguito della scomparsa di Giovanni Scuderi e delle dimissioni di Franco Becchino, passato ad altri incarichi, tale commissione fu integrata da due nuovi membri: Valdo Benecchi e Alberto Taccia. La commissione della Conferenza Episcopale Italiana è rimasta in-variata per tutto il periodo.
Le due delegazioni, nel dare inizio ai lavori, hanno espresso preliminarmente la comune persuasione che l´unione delle persone e la comunione di vita nel matrimonio sono più agevolmente assicurate quando i due coniugi condividono la stessa fede. Si è tuttavia concordemente riconosciuto che i matrimoni misti presentano anche aspetti positivi, sia per elementi di intrinseco valore, sia per l´apporto che possono dare al movimento ecumenico.
Per questi motivi le due delegazioni hanno concordemente espresso il parere che il matrimonio misto può essere un luogo importante del cammino ecumenico, anche perché sostenuto dalla grazia divina, donata ai coniugi nel matrimonio stesso.
Contestualmente a questa fondamentale osservazione è stato tuttavia rilevato che la retta impostazione del cammino ecumenico nel seno della famiglia non può essere realizzata dalla sola buona volontà degli sposi. Essi hanno bisogno del sostegno pastorale delle rispettive comunità, sia nella fase di preparazione che nel corso della vita coniugale.
In tale prospettiva è stato espresso il convincimento che detta collaborazione potrebbe essere facilitata da una linea di comportamento, approvata dagli organi responsabili delle rispettive comunità religiose in Italia, che favorisca una intesa nell´indirizzo pastorale dei matrimoni misti a livello locale delle singole diocesi e delle comunità valdesi e metodiste.
Il presente testo comune, frutto di un lungo lavoro compiuto dalle due delegazioni, si articola in tre parti.
La prima contiene ciò che come cristiani possiamo dire insieme sul matrimonio, malgrado le differenze e divergenze confessionali che ci caratterizzano. Non si tratta ovviamente di una esposizione completa della dottrina matrimoniale delle due chiese: ci si limita qui a dire l´essenziale per fondare cristianamente e impostare ecumenicamente un discorso comune, per quanto possibile, sui matrimoni misti.
Nella seconda parte vengono indicati i punti di divergenza nel modo di intendere e vivere il matrimonio, la loro incidenza sulla comunione coniugale, il loro influsso sulla disciplina dei matrimoni misti, circa la celebrazione nuziale e così via.
La terza parte è di indole pastorale; offre agli sposi e ai promessi sposi apparte-nenti a confessioni cristiane diverse, alle loro famiglie, nonché ai ministri delle due comunità religiose, indicazioni e orientamenti circa la preparazione, la celebrazione e la pa-storale dei matrimoni.
Le indicazioni di questo testo comune sono state sottoposte all´approvazione degli organi competenti (Conferenza Episcopale Italiana e Sinodo delle chiese valdesi e metodiste), i quali decideranno come renderle operative per risolvere i problemi che ordinariamente sorgono nei matrimoni misti che si celebrano in Italia tra nubendi cattolici e quelli appartenenti alla Chiesa evangelica valdese - Unione delle chiese valdesi e metodiste, indicata in questo testo semplicemente come Chiesa valdese.
Le indicazioni hanno lo scopo di applicare in concreto i documenti specifici ema-nati dalle rispettive chiese a livello nazionale, quali il Documento sul matrimonio del Sinodo valdese del 1971, il Decreto generale sul matrimonio canonico della Conferenza Episcopale Italiana del 5 novembre 1990 e il Direttorio per l´applicazione dei principi e delle norme sull´ecumenismo del Pontificio Consiglio per la promozione dell´unità dei cristiani del 1993 (nn. 143-160).


Segue nel file allegato