UFFICIO NAZIONALE PER L'ECUMENISMO E IL DIALOGO INTERRELIGIOSO
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Veritas in caritate – n. 4/5 2011

Il mese di maggio è stato caratterizzato dalla Assemblea internazionale per la pace, convocata dal Consiglio Ecumenico delle Chiese, a Kingston, in Giamaica, a conclusione di un decennio dedicato alla lotta contro ogni forma di violenza nella convizione che fosse necessario proprio partire dalla denuncia e dalla rimozione dei gesti e dei pensieri di violenza per costruire un mondo, nel quale la pace non rimanga solo una dichiarazione di intenti, talvolta pensata come una sorta di utopia, ma possa essere l’elemento portante della vita di ogni uomo e di ogni donna.
14 Giugno 2011
Per una pace vissuta ecumenicamente
 Il mese di maggio è stato caratterizzato dalla  Assemblea internazionale per la pace, convocata dal Consiglio Ecumenico delle Chiese, a Kingston, in Giamaica, a conclusione di un decennio dedicato alla lotta contro ogni forma di violenza nella convizione che fosse necessario proprio partire dalla denuncia e dalla rimozione dei gesti e dei pensieri di violenza per costruire un mondo, nel quale la pace non rimanga solo una dichiarazione di intenti, talvolta pensata come una sorta di utopia, ma possa essere l’elemento portante della vita di ogni uomo e di ogni donna. Nella costruzione di questo mondo i cristiani sono chiamati a giocare un ruolo centrale, in nome della vocazione alla pace che deve guidare la loro testimonianza quotidiana; non si tratta di un passaggio né scontato né immediato, dal momento che pesano tradizioni plurisecolari di controversie indecisioni sulla  scelta a favore della pace, tanto più da quando essa interagisce con il dialogo ecumenico. A Kingston non si è quindi semplicemente concluso un decennio, caratterizzato da progetti e da iniziative che hanno realmente aperto nuove prospettive per una pace vissuta ecumenicamente, cioè grazie alla partecipazione di cristiani di tradizioni diverse, ma si sono delineati scenari nei quali i cristiani devono proseguire, sempre più con un spirito ecumenico, il cammino verso una quotidianità della pace cercando di coinvolgere credenti di altre confessioni e universi culturali distanti dai valori cristiani in modo da rimuovere progressivamente le tante discriminazioni, da quelle economiche a quelle di genere, che impediscono l’affermazione della pace evangelica nel mondo. Della ricchezza e delle difficoltà dell’Assemblea di Kingston, sulla quale ci sia augura che non mancheranno in futuro dei momenti di approfondimento a livello nazionale e/o locale, come è avvenuto in parte nella preparazione all’Assemblea, si è voluto dare conto pubblicando nella sezione Per una rassegna stampa le cronache di Paolo Colombo, direttore del Centro Ecumenico Europeo per la Pace di Milano, una delle realtà più attive nel campo della promozione di una cultura e di una testimonianza di pace nelle Chiese e nella società; dell’Assemblea di Kingston viene anche pubblicato nella sezione Documentazione Ecumenica il messaggio finale. L’agenda del mese di maggio non si esaurisce nel pur importante incontro internazionale di Kingston, come indicano gli incontri segnalati nella Finestra sul mondo, e soprattutto quelli nazionali, tanto più che in Italia, a Bose, ospiti della comunità monastica fondata da Enzo Bianchi, in giorni (17-27 maggio) date per altro coincidenti in parte con l’Assemblea di Kingston, si è tenuta la prima riunione della Commissione Internazionale Anglicano-Cattolica, che ha così aperto la III fase dei suoi lavori.
 In maggio si è svolto anche un Convegno internazionale  Il Mediterraneo e le città, a Firenze (15-17 maggio), promosso dalla Fondazione Giovanni Paolo II, presieduta da mons. Luciano Giovannetti, vescovo emerito di Fiesole; con questo Convegno, che ha visto la partecipazione di oltre 60 relatori e quasi 200 tra esperti, politici, diplomatici, membri delle Chiese e comunità religiose e  studenti, la Fondazione ha voluto arricchire riflessioni e prassi per il dialogo nel Mediterraneo per una migliore conoscenza dell’altro; in questa prospettiva si colloca anche la pubblicazione di una rivista semestrale Colloquia Mediterranea, in occasione del Convegno di Firenze.
 Il mese di giugno è dominato dalla celebrazione della Pentecoste, che in molti luoghi, anche in Italia, ha assunto una dimensione ecumenica, come dimostrano le veglie e gli incontri ecumenici di preparazione che si tengono in varie diocesi; alcuni di questi sono indicati nel presente numero, mentre saremo grati a chi vorrà inviarci altre informazioni oltre che a testi di commento da pubblicare nella rivista Veritas in caritate e documentazione da depositare nell’archivio del Centro per l’Ecumenismo in Italia.
 Nella sezione Memorie  Storiche viene ripubblicato un intervento di carattere ecumenico di mons. Vincenzo Savio (1944-2004), salesiano, prima vescovo ausiliare di Livorno, consacrato il 30 maggio 1993, e poi sede plena a Belluno-Feltre fino alla sua prematura. Si tratta dell’introduzione a una tavola rotonda nel convegno nazionale dei delegati diocesani per l’ecumenismo e per il dialogo interreligioso della Conferenza Episcopale Italiana del 2001. Duplici sono le ragioni che hanno portato a ripubblicare questo testo; da una parte si è voluto proseguire quel recupero della memoria storico-teologica di mons. Savio, in particolare della sua passione per il concilio Vaticano II, della sua attenta riflessione alla dimensione sinodale della Chiesa e del suo impegno per la promozione del dialogo nella Chiesa, tra i cristiani e nella società contemporanea, nella certezza che il recupero della sua figura consenta un ulteriore approfondimento nella testimonianza cristiana proprio per la ricchezza spirituale di questo  figlio della Chiesa una. D’altra parte questo testo è incentrato sulla Charta Oecumenica alla cui firma mons. Savio, in quanto delegato dalla CEI, aveva preso parte a Strasburgo, portando con sé il ricordo dei tanti momenti che avevano segnato quel passaggio di consegne tra geneazioni, visto che proprio per la firma della Charta Oecumenica erano stati invitati a Strasburgo un certo numero di giovani ai quali veniva affidato il compito di far crescere il dialogo ecumenico, anche grazie alla Charta Oecumenica. A dieci anni dalla sua firma rileggere le appassionate parole di mons. Savio aiutano a comprendere quanti passi siano già stati fatti per la scoperta del mistero dell’unità della Chiesa, al di là dei ricorrenti e, talvolta tanto alla moda, «profeti di sventura», che si affannano intorno a modelli di unità, che appartengono a un passato che va conosciuto proprio per rendere ancora più chiaro il cammino che i cristiani, tra speranze, gioie e difficoltà, hanno compiuto e stanno compiendo per rimuovere lo scandalo della divisione, che indebolisce la missione della Chiesa.
 
 Riccardo Burigana
Venezia, 30 maggio   2011
 

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