UFFICIO NAZIONALE PER L'ECUMENISMO E IL DIALOGO INTERRELIGIOSO
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Veritas in caritate – n.10/ 2014

A Salerno… Tra pochi giorni, dal 24 al 26 novembre, a Salerno si terrà il convegno Invocheremo il Nome dell’Eterno concordemente uniti. Prospettive sul re-incontro tra ebrei e cristiani, promosso dall’Ufficio Nazionale per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso (UNEDI) della Conferenza Episcopale Italiana;
20 Novembre 2014

    Tra pochi giorni, dal 24 al 26 novembre, a Salerno si terrà il convegno Invocheremo il Nome dell’Eterno concordemente uniti. Prospettive sul re-incontro tra ebrei e cristiani, promosso dall’Ufficio Nazionale per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso (UNEDI) della Conferenza Episcopale Italiana; si tratta di un incontro  pensato, soprattutto per i delegati per l’ecumenismo e per il dialogo interreligioso delle diocesi italiane, ma non solo per loro come testimoniano gli oltre 300 iscritti, per offrire un momento di approfondimento e di riflessione su un aspetto fondamentale nel dialogo ecumenico, qual è quello del rapporto con il popolo ebraico, nella prospettiva di un percorso di formazione, come è stato ricordato da don Cristiano Bettega, direttore del Ufficio Nazionale.  Con questo convegno, del quale si può leggere il programma completo nella Agenda, si vuole riprendere una tradizione che risale ai primi anni dopo la conclusione del Vaticano II, quando venne deciso di tenere, anche in Italia, come accadeva già in altri paesi, degli incontri regolari per i responsabili del dialogo ecumenico nelle diocesi per la loro formazione e per la loro reciproca conoscenza nella convinzione che formazione e reciproca conoscenza fossero degli elementi inscindibili nel cammino per la costruzione di una comunità sempre più ecumenica.  Allora, nell’immediatezza della conclusione del Vaticano II, il cristianesimo in Italia era meno, molto meno, articolato di quello presente e quindi era per certi versi più facile e per altri molto più difficile iniziare un dialogo ecumenico, nel quale, fin dai quei tempi, il dialogo tra cristiani e ebrei ha assunto, in Italia, un ruolo centrale nella riscoperta di un comune patrimonio spirituale. In vista del convegno di Salerno, al quale daremo ampio spazio nel prossimo numero, viene presentata una riflessione di don Giuliano Savina, presbitero dell’arcidiocesi di Milano, studente al corso per la licenza in teologia ecumenica all’Istituto di Studi Ecumenici, sulla dimensione pastorale del dialogo ebraico-cristiano nella quotidianità dell’esperienza di fede di una comunità locale; questo testo è già stato pubblicato nella newsletter «Ecumenismo Quotidiano», giunta al suo quinto numero, coedita dall’UNEDI e dal Centro Studi per l’Ecumenismo in Italia.

       Nella Agenda si possono leggere anche di molte iniziative che animano il cammino ecumenico in Italia, tra le quali vorrei segnalare il corso di ecumenismo, promosso dalla diocesi di Chiavari, con una serie di incontri su ortodossia, Riforma e Chiesa Cattolica, e il commento a due voci della Scrittura, a Milano, che quest’anno affronta i primi 11 capitoli della Genesi, mettendo sempre insieme una voce cristiana e una ebraica. Sempre nell’Agenda si possono trovare le iniziative per il 50° anniversario della promulgazione del decreto Unitatis redintegratio sui principi cattolici dell’ecumenismo: non è possibile circoscrivere a questo documento la spinta al ripensamento della partecipazione della Chiesa Cattolica al movimento ecumenico, ma il decreto costituisce tuttora una fonte irrinunciabile per comprendere come la Chiesa Cattolica ritiene centrale per la sua missione il superamento delle divisioni dei cristiani per un annuncio sempre più efficace dell’Evangelo. Tra le tante iniziative vanno segnalati di due incontri promossi dal Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani: giovedì 20, alle ore 18.00, nella basilica di San Paolo fuori le Mura, un momento di preghiera, mentre venerdì 21, alle ore 9.15, all’Università Gregoriana, un confronto a più voci sull’attualità di Unitatis redintegratio. Su quest’ultimo aspetto papa Francesco è tornato tante volte, nei suoi incontri ecumenici; nella Documentazione Ecumenica si possono leggere i discorsi del papa in occasione dell’udienze concesse a Mar Dinkha IV catholicos patriarca della Chiesa assira d’Oriente (2 ottobre), a dei membri della Orientale Lumen Foundation dall’America (24 ottobre) e a una delegazione della Conferenza Internazionale dei vescovi veterocattolici dell’Unione di Utrecht (30 ottobre). Sempre nella Documentazione Ecumenica si possono trovare anche altri testi per l’unità della Chiesa di papa Francesco: l’omelia per la beatificazione di Paolo VI (19 ottobre), che ha condotto il Vaticano II alla promulgazione del decreto e poi ne ha promosso, con gesti e con parole, la sua prima recezione, una riflesssione durante un’udienza pubblica e poi un discorso ai membri della Catholic Fraternity of Charismatic Convenant Communities and Fellowship, dove il papa ha sottolineato, ancora una volta, l’importanza della dimensione spirituale del cammino ecumenico. Sono parole che mostrano quanto papa Francesco abbia a cuore la costruzione dell’unità visibile della Chiesa, come indica anche l’annuncio del suo prossimo viaggio in Turchia, per celebrare insieme al Patriarca Ecumenico Bartolomeo la festa di Sant’Andrea.

      Il mese di ottobre è stato anche il tempo per la celebrazione della XIII Giornata ecumenica per il dialogo cristiano-islamico; nell’Agenda si possono trovare solo alcuni dei tanti appuntamenti, con i quali, in tante città italiane, si è vissuta questa giornata in una dimensione veramente ecumenica, come testimoniano la partecipazione di tanti cristiani in uno spirito di dialogo nella condanna ferma di ogni forma di violenza e di ogni tentativo di giustificare la violenza con la religione. Sempre sul dialogo islamo-cristiano si è pensato di ripubblicare, nelle Memorie Storiche, un testo di mons. Alberto Ablondi, pronunciato in occasione di un convegno promosso dalla Conferenza Episcopale Italiano proprio su questo tema.

      Il presente numero di «Veritas in caritate» è stato chiuso venerdì 31 ottobre, nel giorno nel quale si fa memoria dell’inizio della Riforma del XVI; per secoli questa data è stata occasione di divisione e di contrapposizione tra cristiani, alla luce del giudizio che veniva dato sulle riforme religiose che erano sorte nella prima metà del XVI: si sottolineava più la dimensione del «contro» delle singole proposte piuttosto che riflettere sulla sordità che aveva impedito la comprensione della ricchezza spirituale e teologica di quelle proposte che avevano poi preso strade che apparivano inconciliabili. Nell’approssimarsi del  500° anniversario della nascita della Riforma (1517-2017) si stanno moltiplicando documenti, incontri, progetti per vivere questo momento in una dimensione ecumenica che favorisca la riconciliazione delle memorie e il superamento delle divisioni che ancora impediscono la condivisione della mensa eucaristica.

Riccardo Burigana
 

ALLEGATI