UFFICIO NAZIONALE PER L'ECUMENISMO E IL DIALOGO INTERRELIGIOSO
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

La Parola

La Parola di Dio La croce e l’unità dei cristiani “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo unico Figlio perché chi crede in Lui non muoia, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3,16)
18 Settembre 2015

La Parola di Dio
La croce e l’unità dei cristiani
“Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo unico Figlio perché chi crede in Lui non muoia, ma abbia vita
eterna” (Giovanni 3,16)
Amore.
All’inizio c’è l’amore di Dio. È la prospettiva nella quale il Vangelo si pone per comunicare agli uomini
l’iniziativa del Signore. Questo amore non lo possiamo misurare con i nostri parametri perché li supera
tutti e li sconvolge. Il nostro assenso è sempre quello della fede e della sorpresa. Come potremmo altrimenti
spiegare con la nostra ragione che la nozione d’amore va compresa alla luce della morte sulla croce ?
Non si ribella forse l’animo nostro ? Certo i testi biblici ci aiutano a riflettere – fin dai tempi dell’antico
Israele – sulla nozione di sacrificio e l’apostolo Paolo insiste sulla prova che Dio ci dà amando nemici e
peccatori (Rom 5,7-8): pensieri e fatti del tutto incomprensibili per l’uomo secolarizzato di oggi- Tuttavia il
mistero ci sorpassa sempre perché si tratta di Dio e non di noi. Il Vangelo vuole farci sapere che la nostra
avventura umana è radicata in questo amore grande quanto Dio, ampio quanto il mondo e sconvolgente come
la croce, la croce di un figlio, la croce del suo unico Figlio.
Chi siamo dunque ? Siamo l’oggetto di questo amore perciò il resto (giorni tristi o sereni, di oggi e di
ieri) si articola all’interno di questa prospettiva più forte del tempo, dello spazio e delle dimensioni del nostro
ragionare, sentire, vivere, soffrire e morire. All’esterno di tale prospettiva vi sono soltanto il non senso
e il nulla rifiutati dalla parola creatrice.
La nostra unità è nascosta e radicata nell’amore di Dio, perciò le nostre dimensioni sono sconvolte.
Per quanto serie siano in termini di storia, per quanto profonde siano in termini di riflessione teologica, non
lo saranno mai abbastanza da offuscare l’amore di Dio e mettere a soqquadro le nostre radici di creature del
Signore.