UFFICIO NAZIONALE PER L'ECUMENISMO E IL DIALOGO INTERRELIGIOSO
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Veritas in caritate Informazioni dall’Ecumenismo in Italia 12/1 (2019)

Terra promessa «Per compiere i primi passi verso quella terra promessa che è la nostra unità, dobbiamo anzitutto riconoscere con umiltà che le benedizioni ricevute non sono nostre di diritto ma sono nostre per dono, e che ci sono state date perché le condividiamo con gli altri. In secondo luogo, dobbiamo riconoscere il valore della […]
13 Marzo 2019

Terra promessa
«Per compiere i primi passi verso quella terra promessa che è la nostra unità, dobbiamo anzitutto riconoscere con umiltà che le benedizioni ricevute non sono nostre di diritto ma sono nostre per dono, e che ci sono state date perché le condividiamo con gli altri. In secondo luogo, dobbiamo riconoscere il valore della grazia concessa ad altre comunità cristiane. Di conseguenza, sarà nostro desiderio partecipare ai doni altrui. Un popolo cristiano rinnovato e arricchito da questo scambio di doni sarà un popolo capace di camminare con passo saldo e fiducioso sulla via che conduce all’unità»: queste parole costituiscono uno dei passaggi più significativi dell’omelia di papa Francesco durante la celebrazione dei vespri, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, venerdì 18 gennaio; con questa celebrazione il papa ha voluto aprire – e non chiudere, come era tradizione da tanti anni, anche a causa del suo viaggio apostolico a Panama per la Giornata Mondiale della Gioventù - la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, alla presenza dei rappresentanti delle Chiese e degli organismi ecumenici che operano a Roma in modo da confermare la scelta irreversibile della Chiesa Cattolica per un impegno quotidiano per la costruzione dell’unità della Chiesa. Nella sua omelia il papa ha proposto una esegesi ecumenica del passo del Deuteronomio, «Cercate di essere veramente giusti» (16,18-20) che quest’anno è stato sottoposto a tutti i cristiani per un approfondimento, nella preghiera, di cosa già è stato fatto e cosa si deve fare per proseguire sulla strada della comunione piena; proprio sulla dimensione del «cammino» il papa si è soffermato riprendendo immagini e idee che, pur caratterizzando la sua azione ecumenica dentro e fuori la Chiesa Cattolica, appartengono alla tradizione ecumenica della Chiesa di Roma, così come si è venuta configurando a partire dalla celebrazione del Vaticano II. Il continuo richiamo, talvolta implicito, alle Sacre Scritture è stato un invito, rinnovato in questa occasione, a considerare le ricchezze del patrimonio biblico che sostiene i cristiani nel cammino ecumenico nella scoperta di quanto i cristiani siano già uniti una volta che si fanno docili ascoltatori della Parola di Dio. Il richiamo alla centralità delle Sacre Scritture rinvia inevitabilmente alla tradizione bimillenaria della Chiesa, in particolare ai documenti del concilio Vaticano II, come la Dei verbum, dove delle Sacre Scritture non solo si chiede una lettura integrale, dal momento che essa costituisce «l’anima della teologia». Del Vaticano II, proprio venerdì 25 gennaio, si farà memoria del 60° anniversario della sua indizione da parte di papa Giovanni XXIII, che al termine dell’Ottavario di preghiere per l’unità della Chiesa, nella sacrestia della Basilica di San Paolo, comunicò ai cardinali presenti la sua decisione di indire un concilio ecumenico, all’interno di un progetto che prevedeva la celebrazione di un Sinodo della diocesi di Roma e la riforma del Codice di Diritto Canonico.
L’omelia di papa Francesco si può leggere nella Documentazione Ecumenica, dove è stato deciso di pubblicare anche il discorso del papa alla delegazione ecumenica della Chiesa Luterana di Finlandia (19 gennaio), che anche quest’anno in occasione del suo pellegrinaggio a Roma è stata ricevuta dal papa che ha tracciato risultati e speranze del dialogo con i luterani, l’«appello» del pontefice sull’importanza del cammino ecumenico a margine dell’udienza pubblica del 16 gennaio e il videomessaggio alla Chiesa Copta Ortodossa d'Egitto in occasione della dedicazione della nuova Cattedrale della Natività vicino a Il Cairo (6 gennaio), dove papa Francesco ha confermato il rapporto di amicizia tra Roma e Alessandria.
Sempre nella Documentazione Ecumenica si trova il comunicato finale, in inglese, dell’incontro annuale del gruppo di lavoro tra il Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso e il Consiglio Ecumenico delle Chiese, oltre che il messaggio del padre Michael Perry, ministro generale del Francescani Minori; questa scelta, così come quella di pubblicare in Per una rassegna stampa sull’Ecumenismo un’intervista al padre Francesco Patton, custode di Terra Santa, nasce dal desiderio di introdurre a questo anno nel quale i francescani ricordano gli 800 anni dell’incontro tra Francesco d’Assisi e il Sultano Melek-el-Kamel.
In questo numero ampio spazio è dedicato alle iniziative diocesane per la Giornata per l’approfondimento della conoscenza del popolo ebraico (17 gennaio) e per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio); il molto che viene indicato non rappresenta che una parte, sempre da integrare con quello che nelle prossime settimane sarà inviato alla redazione di «Veritas in caritate», di quanto è stato pensato in Italia per vivere questi giorni nell’ascolto dell’altro per proseguire il cammino verso la «terra promessa che è la nostra unità».
Il 6 gennaio è scomparso Emiliano Fabbricatore, nato 1l 12 agosto 1938, a Santa Sofia d’Epiro, nell’Eparchia di Lungro, faceva parte della comunità monastica basiliana, dell’abbazia di Santa Maria di Grottaferrata, della quale era stato abate dal 2000 al 2013, negli anni nei quali si era celebrato il millenario dell’Abbazia di Grottaferrata. L’esperienza plurisecolare dell’Abbazia di Grottaferrata rappresenta una fonte inesauribile sui percorsi di comunione che hanno attraversato il cristianesimo, talvolta in modo carsico, sui quali meriterebbe soffermarsi proprio per comprendere peculiarità e ricchezze dell’Oriente e dell’Occidente in dialogo come lo stesso abate ebbe modo di ricordare durante il suo servizio come membro della Commissione episcopale per il dialogo della Conferenza Episcopale Italiana.
Nella notte tra sabato 12 e domenica 13 gennaio il padre francescano Pietro Cortese è tornato alla Casa del Padre, in punta di piedi, cercando di non fare rumore; per tanti anni padre Pietro ha dato il suo prezioso aiuto alla Segreteria dell’Istituto Studi Ecumenici San Bernardino di Venezia, accogliendo studenti nuovi e vecchi che avevano a che fare con le “carte”; quando si bussava, negli ultimi tempi con maggiore energia rispetto al passato, alla sua porta si trovava sempre un sorriso, spesso accompagnato da qualche parola con la quale iniziava un dialogo che andava oltre il motivo per il quale si era entrati nel suo ufficio. Padre Pietro ha aiutato così tutti in tanto, non solo nell’Istituto di Studi Ecumenici, come in tanti hanno voluto ricordare nei giorni che sono seguiti alla sua prematura scomparsa, che ha privato la Chiesa di un uomo buono, lasciando in chi lo ha conosciuto, anche da poco tempo, un vuoto che non si riempie pur sapendo che ora la sua vita sarà dedicata interamente a quella preghiera che ha scandito il suo vivere nella luce di Dio Uno e Trino per testimoniare la dolcezza dell’ascolto.
Riccardo Burigana

ALLEGATI