UFFICIO NAZIONALE PER L'ECUMENISMO E IL DIALOGO INTERRELIGIOSO
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Veritas in caritate Informazioni dall’Ecumenismo in Italia 12/2-3 (2019)

Cogliete ogni buona occasione per essere testimoni della gioia e della pace del Signore risorto»: queste parole di papa Francesco, nel Regina Coeli, di lunedì 22 aprile, hanno assunto un significato del tutto particolare alla luce della terribile pagina di violenza e di intolleranza che ha insanguinato la giornata di Pasqua per la serie di attentati che hanno sconvolto lo Sri Lanka..
29 Maggio 2019

«Cogliete ogni buona occasione per essere testimoni della gioia e della pace del Signore risorto»: queste parole di papa Francesco, nel Regina Coeli, di lunedì 22 aprile, hanno assunto un significato del tutto particolare alla luce della terribile pagina di violenza e di intolleranza che ha insanguinato la giornata di Pasqua per la serie di attentati che hanno sconvolto lo Sri Lanka, sui quali, sempre durante la preghiera del Regina Coeli papa Francesco ha detto che «vorrei esprimere nuovamente la mia vicinanza spirituale e paterna al popolo dello Sri Lanka. Sono molto vicino al mio caro fratello, il cardinale Malcolm Ranjith Patabendige, e a tutta la Chiesa arcidiocesana di Colombo. Prego per le numerosissime vittime e feriti, e chiedo a tutti di non esitare a offrire a questa cara nazione tutto l’aiuto necessario. Auspico, altrettanto, che tutti condannino questi atti terroristici, atti disumani, mai giustificabili.»
Queste parole di Papa Francesco sono state un invito a tutti i cattolici a vivere il tempo di Pasqua come testimoni della Luce di Cristo che cambia il mondo per la sua morte e resurrezione che dona la pace: nel messaggio Urbi et orbi, il giorno di Pasqua, il papa ha ricordato che «davanti alle tante sofferenze del nostro tempo, il Signore della vita non ci trovi freddi e indifferenti. Faccia di noi dei costruttori di ponti, non di muri. Egli, che ci dona la sua pace, faccia cessare il fragore delle armi, tanto nei contesti di guerra che nelle nostre città, e ispiri i leader delle Nazioni affinché si adoperino per porre fine alla corsa agli armamenti e alla preoccupante diffusione delle armi, specie nei Paesi economicamente più avanzati.»
Numerosi sono stati gli interventi di papa Francesco in queste ultime settimane, a partire dalla Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, che quest’anno è stata vissuta in modo del tutto particolare per la presenza del papa a Panama per la Giornata Mondiale per la Gioventù; i viaggi di papa Francesco negli Emirati Arabi Uniti e in Marocco sono state significative occasioni di dialogo, anche per i gesti concreti compiuti, come la firma della Dichiarazione Sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, firmata da papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb, il 4 febbraio. Questa dichiarazione ha suscitato interesse e preoccupazioni per il contenuto, nel quale confluiscono molte delle istanze che in questi anni, soprattutto dopo la conclusione del Vaticano II, hanno definito il dialogo tra la Chiesa Cattolica e l’islam, ma soprattutto per le prospettive di collaborazione, di condivisione, di approfondimento che il documento delinea, nella consapevolezza, comune a cattolici e mussulmani, che qualcosa deve essere fatto, insieme, nella quotidianità dell’esperienza di fede per costruire un modo di giustizia e di pace. In questo senso l’800° anniversario dell’incontro tra Francesco di Assisi e il Sultano Sultano al-Malik al-Kāmil offre la possibilità di riflettere che «i credenti oggi – nel rispetto della diversità con cui invocano Dio e lo onorano – sono chiamati allo stesso coraggio e apertura di cuore reciproca», come ha scritto il Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori, fra Michael A. Perry, nella lettera che si può leggere nella Documentazione Ecumenica, per questo anniversario.
Su un piano più strettamente ecumenico, accanto al discorso nella cattedrale di Rabat, il 31 marzo, in occasione del viaggio in Marocco, si devono ricordare i discorsi di papa Francesco ai membri della Commissione Mista Internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa Cattolica e le Chiese Ortodosse Orientali (1 febbraio), a una Delegazione della “Apostolikì Diakonia” della Chiesa di Grecia (25 febbraio), ai partecipanti all’Incontro per commemorare il 50° della scomparsa del Cardinale Agostino Bea (28 febbraio), a una delegazione dell’”American Jewish Committee” (8 marzo 2019) e a un gruppo di giornalisti cattolici ed evangelici dalla Repubblica Federale di Germania (4 aprile 2019), mentre una parola si deve spendere per il discorso di papa Francesco alle autorità politiche e religiose del Sud Sudan, al termine del ritiro spirituale di due giorni in Vaticano, conclusosi con il gesto del bacio dei piedi dei partecipanti da parte del papa Francesco come segno di pace per oggi e per sempre. A questi interventi vanno aggiunte le Norme Complementari alla Costituzione Apostolica Anglicanorum coetibus redatti dalla Congregazione per la dottrina della fede.
Questo numero di «Veritas in caritate» presenta una novità; infatti nella sezione Dialogo interreligioso si è deciso di separare le notizie sulle iniziative per la promozione del dialogo tra cristiani e musulmani; per il momento si tratta di una sorta di sotto-sezione la cui redazione è stata affidata a Andrea Bonesso, che, da anni, collabora con il Centro Studi per l’Ecumenismo in Italia, con una serie di pubblicazioni sull’ecumenismo in Veneto e sulla situazione geopolitica, con particolare riferimento alle dinamiche interreligioso, del Mediterraneo, oltre che con una sua costante e preziosa presenza nella redazione di «Veritas in caritate». Si tratta di un progetto per il quale saremo grati a tutti coloro che vorranno arricchirlo con osservazioni, proposte e segnalazioni così da migliorare uno strumento con il quale contribuire a quella conoscenza reciproca che papa Francesco esorta sempre a considerare la prima tappa del dialogo.
Dell’Agenda Ecumenica, oltre a segnalare le prime tappe del cammino di don Giuliano Savina, direttore dell’Ufficio per l’Ecumenismo e del Dialogo Interreligioso, che si propone di incontrare Conferenze Episcopali Regionali e Commissioni regionali per l’ecumenismo e il dialogo interreligiosi, va ricordato il «percorso ecumenico» Dove soffia lo spirito. Cattolici e Pentecostali dal silenzio al dialogo (Camaldoli, 24-26 maggio), del quale si può leggere il programma completo.
Il 31 marzo 2004, a pochi giorni dal suo 60° compleanno, mons. Vincenzo Savio, allora vescovo di Belluno-Feltre, tornava alla Casa del Padre, dopo una malattia breve, nella quale aveva testimoniato, anche nella sofferenza, ancora una volta, il suo profondo amore per la Chiesa, radicato nell’obbedienza alla Parola di Dio; di mons. Savio che si è mosso nella linea della recezione della lettera e dello spirito del concilio Vaticano II, che lo aveva condotto a esplorare il cammino ecumenico, anche grazie alla sua stretta collaborazione con mons. Alberto Ablondi viene ripubblicato, in Memorie Storiche una breve riflessione sul Padre Nostro, che, proprio nel 1999, era stato oggetto del primo convegno ecumenico nazionale che fu considerato un evento allora, mentre ora, grazie alle preghiere e alla collaborazione di tanti è entrato a far parte del calendario dell’ecumenismo italiano tanto che è in via di definizione il convegno ecumenico nazionale del 2019.
Riccardo Burigana