UFFICIO NAZIONALE PER L'ECUMENISMO E IL DIALOGO INTERRELIGIOSO
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Veritas in caritate Informazioni dall’Ecumenismo in Italia 13/8 (2020)

«Desidero ricordare in questo momento don Roberto Malgesini, il sacerdote della diocesi di Como che ieri mattina è stato ucciso da una persona bisognosa che lui stesso aiutava, una persona malata di testa..
17 Settembre 2020

Testimone della carità verso i più poveri
«Desidero ricordare in questo momento don Roberto Malgesini, il sacerdote della diocesi di Como che ieri mattina è stato ucciso da una persona bisognosa che lui stesso aiutava, una persona malata di testa. Mi unisco al dolore e alla preghiera dei suoi familiari e della comunità comasca e, come ha detto il suo Vescovo, rendo lode a Dio per la testimonianza, cioè per il martirio, di questo testimone della carità verso i più poveri. Preghiamo in silenzio per don Roberto Malgesini e per tutti i preti, suore, laici, laiche che lavorano con le persone bisognose e scartate dalla società»: con queste parole papa Francesco ha voluto ricordare don Roberto, presbitero della diocesi di Como, ucciso la mattina del 15 settembre, mentre testimoniava l’accoglienza di Cristo, Signore della Misericordia; il papa ha pronunciato queste parole al termine di un’udienza dedicata alla cura del creato, che per papa Bergoglio costituisce un elemento centrale dell’azione della Chiesa, con una particolare attenzione alla sua dimensione ecumenica, come è apparso evidente con la pubblicazione dell’enciclica Laudato sì e l’istituzione della Giornata mondiale di preghiera per il creato, cinque anni fa. Da allora si sono moltiplicate, non solo nella Chiesa Cattolica, proposte, progetti e opere per un radicale ripensamento del rapporto con la creazione in modo da rendere sempre più rispettoso e armonioso questo rapporto, denunciando sfruttamento e distruzione che, se generano nell’immediato, per pochi, ricchezza, sono destinate a accentuare le differenze sociali, creando nuove forme di discriminazione.
Quest’anno nel tempo del creato, che per la stragrande maggioranza dei cristiani coincide con il periodo che va dal 1° settembre al 4 ottobre, forte è stato il richiamo, a livello universale, soprattutto per le iniziative promosse dal Consiglio Ecumenico delle Chiese, in collaborazione con organismi ecumenici, federazioni di chiese e chiese locali, alla terra come un bene prezioso da amare e da condividere in modo da poterlo salvaguardare oggi per il domani. Si tratta di promuovere “nuovi stili di vita” con i quali costruire una società diversa da quella attuale, tanto più dopo l’esperienza della pandemia nella quale siamo ancora immersi, tanto che si è mantenuta anche in questo numero di «Veritas in caritate» la sezione Oecumenica nei tempi di pandemia dove si può leggere un documento Serving a Wounded World in Interreligious Solidarity. A Christian Call to Reflection and Action during COVID-19 and Beyond, co-firmato dal Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso e dal Consiglio Ecumenico delle Chiese che, da anni, portano avanti un lavoro comune per individuare sempre nuovi spazi di testimonianza ecumenica per la crescita del dialogo tra le religioni nel mondo così da favorire una cultura della pace, fondata sulla condivisione di valori umani.
Ai “nuovi stili di vita” è dedicata la Giornata per la custodia del creato, giunta alla sua XV edizione, istituita dalla Conferenza Episcopale Italiana proprio per favorire riflessioni e azioni con le quali ripensare la vita dei cristiani.
Nella Agenda Ecumenica si può trovare un primo elenco delle iniziative diocesane per la Giornata per la custodia del creato – molte delle quali hanno uno spazio ecumenico e/o interreligioso – che quest’anno ha vissuto il convegno nazionale a Ferrara. Sempre riguardo alla Giornata per la custodia del creato nella Documentazione Ecumenica si possono leggere i messaggi di mons. Donato Oliverio, vescovo dell’Eparchia di Lungro, e di mons. Giuseppe Marciate, vescovo di Cefalù, e l’intervento di mons. Amborgio Spreafico, vescovo di Frosinone, presidente della Commissione episcopale per il Dialogo, mentre per favorire la celebrazione del Tempo del creato si può leggere il messaggio che, anche quest’anno, i presidenti del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa e la Conferenza delle Chiese europee hanno voluto rivolgere a tutti gli uomini e le donne dell’Europa per una cura quotidiana del creato. Naturalmente, sempre nella Documentazione Ecumenica, sono stati riprodotti il messaggio papa Francesco per la Giornata mondiale di preghiera per il creato e la lettera del patriarca Bartolomeo sulla creazione che apre l’anno liturgico per la Chiesa ortodossa.
Tra i molti avvenimenti di queste settimane, alcuni dei quali particolarmente violenti, va ricordata la scomparsa di Amos Luzzatto (1928-2020): la sua figura è stata per decenni un punto di riferimento per il dialogo tra ebrei e cristiani, nella ricerca di forme di convivenza nelle quali la conoscenza e il rispetto della memoria costituisse una fonte preziosa contro ogni forma di discriminazione e di persecuzione. Anche per questo «il ricordo della sua luminosa figura rimarrà costante invito e riferimento autorevole per costruire e percorrere una convivenza sociale fatta di giustizia, verità e pace», come ha scritto mons. Francesco Moraglia, patriarca di Venezia, nella lettera che ha indirizzato al presidente della Comunità ebraica di Venezia per esprimere la vicinanza della Chiesa Cattolica.
Nelle Memorie Storiche viene riproposto un testo di mons. Pietro Giachetti, scomparso il 6 agosto 2006, per tanti anni vescovo di Pinerolo, dove, con il suo esempio, volle, e seppe, costruire un dialogo nella fraternità; si tratta di un’omelia di mons. Giachetti durante una Sessione estiva di formazione del SAE, alla quale mons. Giachetti era solito partecipare per imparare, mettendosi in un atteggiamento di ascolto e di dialogo che egli considerava il primo necessario passo per la costruzione dell’unità della Chiesa, radicata su un cammino di conversione personale.
Il 22 settembre dell’anno scorso Paola Barigelli Calcari, all’improvviso, è stata chiamata alla Casa del Padre: era una donna di rara intelligenza, una teologa, capace di unire una riflessione scientificamente fondata su una lettura puntale delle fonti, tanto da percorrere brillantemente gli studi teologici fino al dottorato, a una straordinaria capacità di leggere la realtà per cogliere speranze e inquietudini, soprattutto tra i più giovani, ai quali, per decenni, non ha semplicemente insegnato religione cattolica, ma ha trasmesso la sua appassionata fede con la quale andare oltre il presente: questo numero di «Veritas in caritate» è dedicato alla sua memoria che rimane viva in coloro che l’hanno incontrata nel suo camminare, spesso insieme al marito, Ennio Rosalen, testimoniando, con ammirabile e profonda semplicità dinamica, la luce di Cristo, che cambia il mondo.
Riccardo Burigana

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