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Pentecostalismo Percorsi di amicizia/dialogo

Spunti di rilettura teologica del primo rapporto finale. Dialogo bilaterale Cattolico – Pentecostale

Introduzione

I primi contatti avuti tra alcuni membri delle chiese pentecostali e il segretariato per l’unità dei cristiani, confluirono in proposte concrete grazie al rev. David du Plessis, capo pentecostale e osservatore al Concilio Vaticano II, e il cattolico padre Killian Mc Donnell. Esaminata la possibilità di intraprendere una seria discussione teologica tra cattolici e pentecostali di tipo sistematico, fu messo in chiaro lo scopo del dialogo e i suoi contenuti. Individuarono nella preghiera, nella spiritualità e nella riflessione teologica, spazi ampi di reale condivisione e di studio, dedicando una particolare attenzione al significato che ha per la Chiesa la pienezza della vita nuova nello Spirito Santo, nell’intreccio esistente tra la dimensione teologica e quella esperienziale. Un dialogo volto a perseguire non una unità strutturale o organica, ma ad eliminare con accordi dottrinali, i malintesi reciproci per indicare in quale maniera «la condivisione della verità rende possibile il crescere insieme»

  • DIALOGO CATTOLICO – PENTECOSTALE, Primo Rapporto Finale (6 maggio 1976), in EO 1, 1075-1089, qui 1077

Il “battesimo nello Spirito Santo” e il battesimo sacramento

L’iniziazione cristiana, dalla comunità alla persona, per mezzo del battesimo, apre al dono del Risorto che ci fa compartecipi del suo Spirito. Il documento trova qui il suo punto iniziale di convergenza fra le tante esperienze del cristianesimo, riconosciute nel vissuto della fede. Iniziazione cristiana, battesimo, crismazione, eucaristia, danno testimonianza, sin dai primi secoli, di richiesta e di ricezione del dono dello Spirito come manifestazione pentecostale nella vita della Chiesa e del singolo credente. Nella conversione personale, nella celebrazione sacramentale e nella vita comunitaria, il vissuto è: «Esperienza per mezzo della quale lo Spirito Santo si manifesta, dà potere e trasforma la vita di una persona e la illumina per quanta riguarda l’intera realtà del mistero cristiano (Cf. At 2, 4; 8, 17

  • DIALOGO CATTOLICO – PENTECOSTALE, Primo Rapporto Finale (6 maggio 1976, in EO 1, 1075-1089, qui 1079)

La distinzione nel movimento pentecostale tra la conversione, il battesimo sacramento e l’esperienza/accadimento comunemente denominata “battesimo nello Spirito”, è stata ricompresa reciprocamente tra le varie componenti del dialogo (cattolici, pentecostali, anglicani e altri presenti in forma personale). Convergenze rintracciabili nelle seguenti sottolineature: «un ribattesimo nel senso stretto della parola è inaccettabile per tutti» (ibidem, qui 1083); la «pienezza di vita nello Spirito è una crescita in Cristo che deve essere continuamente purificata» (ibidem, qui 1079); è necessaria una apertura/accettazione dei doni e dei carismi utili per il bene comune e la vita della Chiesa, ponendo «un accento più forte sulla fede, sulla speranza e sulla carità come guida sicura per rispondere a Dio» (ivi); evitando di considerare «coloro che non ne hanno fatto esperienza, cristiani inferiori» (ibidem, 1080-1081); osservando perché «i carismi non sono conquiste personali, ma manifestazioni sovrane dello Spirito Santo» (ivi). Prospettive di riconoscimento delle vie dello Spirito Santo, «colui che ci unifica con Cristo e con il Padre in una relazione personale» (ivi), nella comunità credente, per la Chiesa nella storia. Esperienza del Risorto per mezzo dello Spirito, «unica persona in molte persone e quindi una socializzazione e una esperienza del Noi che non sono ricavabili da un ambito puramente intra mondano»

  • H. MÜHLEN, «Esperienza sociale dello Spirito come risposta ad una teologia unilaterale», in C. HEITMANN – H. MÜHLEN (a cura di), La riscoperta dello Spirito, Jaca Book, Milano 1977, 287-308, qui 289.

Nelle fasi per la disamina dottrinale dei contenuti di questo primo dialogo si colse come l’esperienza pentecostale sempre in atto nella Chiesa, attraverso le vie sacramentali, non fosse disgiunta né contrapposta né escludente altre vie del Pneuma. Irruzioni, manifestazioni carismatiche e unzioni dello Spirito, presenza operante di un oltre dello Spirito, oltre gli steccati confessionali e dottrinali. Esperienza da vivere insieme per un discernimento capace di annuncio, nella speranza «di partecipare alla realtà del mistero di Cristo e della Chiesa, di edificare una testimonianza unitaria»

  • DIALOGO CATTOLICO – PENTECOSTALE, Primo Rapporto Finale (6 maggio 1976), in EO 1, 1075-1089, qui 1077.

Il rilievo teologico dottrinale sotteso al confronto vuole aprire alla lettura pneumatico trinitaria, per una circolarità interpretativa tra il dato certo rivelato e la sua esperienza continuata nell’oggi dalla Ecclesia verso la parusia. Dinamicità pentecostale della Chiesa e del singolo credente, quale creatura del Verbo e dello Spirito, nel suo essere e nel suo divenire.

Scrittura, tradizione e “Rinnovamento carismatico”

Se «la Chiesa è sempre soggetta alle sacre scritture. Tuttavia c’è stato un notevole disaccordo sul ruolo della tradizione nell’interpretazione delle scritture […] fu concordato che ogni chiesa ha la sua storia ed è inevitabilmente legata al suo passato».

  • DIALOGO CATTOLICO – PENTECOSTALE, Primo Rapporto Finale (6 maggio 1976), in EO 1, 1075-1089, qui 1083

La teologia, gli esegeti, i pastori e l’intera comunità credente sono interpellati dalle esigenti domande del presente, per risposte da dare in comunione, «per confermare la convinzione che la scrittura ha un messaggio speciale, vitale per ogni generazione» (ivi). È qui una delle opportunità a «carattere profetico» (ivi) del Rinnovamento carismatico, realtà trasversale che attraversa le chiese storiche e tutte le altre, il cui «scopo ultimo è di fortificare la chiesa e partecipare pienamente alla sua vita» (ibidem, 1083-1084). Opportunità messa a fuoco da Congar il quale afferma in riferimento all’ecumenismo e al Rinnovamento: «I due movimenti sono fatti per incontrarsi. Non soltanto perché il medesimo Spirito ce li dona come due vie per realizzare ciò che egli vuole fare con noi, ma perché il Rinnovamento contatta, e anche assume certi elementi del Pentecostalismo».

  • Y. CONGAR, Credo nello Spirito Santo, BTC 98, Queriniana, Brescia 1999², 406.

Considerazioni per la lettura del documento

Secondo la dottrina cattolica dogmatico trinitaria, sacramentale ed ecclesiologica, tra la presenza rivelativa dello Spirito il quale «rivela in pienezza il mistero della Trinità» (Catechismo della Chiesa Cattolica, 244) e la sua relazione con la Chiesa «luogo della nostra conoscenza dello Spirito» (ibidem, 688), è possibile coniugare esperienza, conoscenza, azione e relazione con lo Spirito, dal Padre e dal Figlio per noi, in noi per il Figlio al Padre. Relazione personale e comunitaria per una Chiesa in cui «lo Spirito Santo dall’intimo la fomenta, mentre la forma esteriore la assicura».

  • Y. CONGAR, La tradizione e la vita della Chiesa, Edizioni Paoline, Roma 1983, 172.

La reale consistenza del nuovo popolo di Dio, fra la memoria e l’attesa del ritorno di Gesù Cristo, è data dalla costante presenza ed effusione dello Spirito che la abita, la anima, la guida. Per una resa accogliente e docile alle modalità di effondersi e di manifestarsi dello Spirito, capacità nello Spirito di riconoscere la forte e delicata dynamis del Paraclito Consolatore. Modalità e presenza operante nella Chiesa, nei sacramenti, attraverso di lei, e oltre sé stessa. Modalità che a volte «non esistono a priori e non possono essere determinate in anticipo; si manifestano in una multiforme varietà e sono perciò sempre imprevedibili, anche se si possono riferire all’azione costante di un unico Spirito Santo».

  • COMMISSIONE TEOLOGICA INTERNAZIONALE, Temi scelti di ecclesiologia (7 ottobre 1985), in EV 9, 1619-1725, qui 1637.

La Chiesa aiutata e sostenuta dalla apostolica autorità, fondamento dello Spirito, nello Spirito, riceve l’autorevole docilità, per cogliere l’invisibile dono senza misura effuso da Cristo Risorto su ogni carne, oltre il visibile della Chiesa sacramento. La sollecitazione del Rapporto nel dialogo prende forma, quale imprescindibile e urgente invocazione, preghiera e culto nello Spirito di Cristo, co-istituente la Chiesa, iato sorgivo e fondante del suo essere nel suo agire. «È al contesto della Chiesa sacramento dello Spirito che permette, appunto, tale visione aperta e missionaria. In quanto sacramento dello Spirito la Chiesa è sempre al di là di sé stessa, verso lo Spirito di Cristo. Infatti è soltanto sacramento».

  • M. SEMERARO, Lumen Gentium. Cinquanta anni dopo, Marcianum Press, Venezia 2016, 320

Il confronto sul culto pubblico tra la visione delle liturgie cattoliche molto strutturate e quelle pentecostali prevalentemente protese alla spontaneità, rileva un reale avvicinamento tra esse, avvicinamento e bilanciamento condiviso affermando: «Il culto pubblico dovrebbe proteggere un intero complesso di elementi: la spontaneità, la libertà, la disciplina, l’oggettività».

  • DIALOGO CATTOLICO – PENTECOSTALE, Primo Rapporto Finale (6 maggio 1976), in EO 1, 1075-1089, qui 1084.

Rilanciando l’elemento determinante della conoscenza reciproca, delle rispettive dottrine e prassi, nella comunione esistente in una diversità riconciliata in Cristo e nel suo Spirito, presente nel vissuto della fede in Dio Uno e Trino. Preghiera e culto da sempre sintesi di aspetti oggettivi e aspetti soggettivi, ma «l’aspetto fondamentale è il culto stesso, l’adorazione del Padre nello Spirito e nella verità di Cristo» (ibidem, 1087). È la preghiera comune, il culto pubblico di lode e adorazione, vissuto primo ed esperienziale di una comune professio fidei. Assunzione dell’assioma rahneriano: «la Trinità economica è la Trinità immanente e viceversa»

  • La formulazione originaria tradotta in italiano in K. RAHNER, «Osservazioni sul trattato dogmatico ‘De Trinitate’», in IDEM, Saggi Teologici, Città Nuova, Roma 1965, 587-634, qui 606,

nell’interpretazione dinamica del “viceversa” inteso come «la necessità di non perdere mai di vista il movimento inverso, che l’assioma intende descrivere […] la via della nostra conoscenza va dalle esperienze, dall’azione di Dio alla realtà di Dio; la via della Rivelazione di Dio, il suo uscire da se verso di noi viene riconosciuto come la condizione di possibilità della nostra esperienza e del cammino della nostra conoscenza»

  • B. J. HILBERATH, Pneumatologia, Gdt 242, Queriniana, Brescia 1996, 200.

Esercizio della fede nell’Altro Paraclito, dono trinitario di koinonia e riconoscimento dell’altro, fratello abitato dallo Spirito. Un cammino ecumenico di dialogo per riscoprire nella preghiera nello Spirito per Cristo al Padre, la prassi capace di tenere insieme le rispettive dottrine, le esigenze teologiche del metafisico ontologico e la verità salvifica, storico, rivelativa ed esperienziale. Possibilità di imparare gli uni dagli altri, professando la fede comune del Simbolo, l’intelligenza della fede, a partire dall’inizio della Chiesa. Intelligenza generata dall’esperienza ecclesiale dello Spirito, continuamente generante: effusione escatologicamente pentecostale, costitutiva dell’essere Chiesa. Lettura del Simbolo, abbandonata e messa ai margini nella permanenza tra causa ed effetto tra la fede nello Spirito Santo e la fede della/nella Chiesa da recuperare e approfondire. «Il testo della nostra professione di fede pone qui un compito quanto mai concreto: la dottrina sulla Chiesa deve trovare il suo punto di partenza nella dottrina sullo Spirito Santo e i suoi doni».

  • J. RATZINGER, Introduzione al cristianesimo, Queriniana, Brescia 1969, 2005¹⁴, 323.