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SIKH Conoscenza

foto di Katiuscia Carnà

Mappatura Gurdwara e associazionismo

In Italia, il Sikhismo ad oggi non ha ancora ottenuto l’intesa con lo Stato italiano, pertanto i luoghi di culto e le comunità sikh si sono strutturate e territorializzate secondo una rete associazionistica.

L’associazionismo migrante e religioso è tipico di quelle comunità straniere caratterizzate da un’auto-organizzazione interna che si inseriscono nel tessuto sociale italiano, agendo e operando in e per essa con le proprie caratteristiche identitarie e culturali. La crescente e inarrestabile creazione di associazioni e piccoli gruppi comunitari è dovuta ad una condizione sociale di autorappresentare e “dimostrare” la propria presenza, seppur minoritaria, nel territorio di diaspora. In Italia si possono mappare ben 62 gurdwara (templi) distribuiti in tutto il territorio, con una maggiore presenza al nord rispetto al centro-sud, strutturati sottoforma di associazione od organizzazione culturale di tipo religioso.

foto di Katiuscia Carnà

I gurdwara rappresentano spazi di socializzazione e di incontro e diventano punti di riferimento per la comunità non solo per le festività religiose, ma anche da un punto di vista sociale e di rifugio identitario: incontrare i connazionali, poter parlare la lingua di origine, mangiare insieme, avere gratuitamente un pasto caldo, un supporto in caso di necessità economica e/o di altro tipo, ritrovare la pace della meditazione religiosa in un luogo dedicato al culto.

I gurdwara sono distribuiti, eterogeneamente in tutta la Penisola, così come sono distribuite le comunità a livello nazionale. I templi “maggiori” sono al nord, laddove la comunità ha raggiunto un equilibrio e una sostenibilità maggiore in termini sociali ed economici. Questi fattori sono dovuti ad una migrazione e inclusione sociale precedente a quella del centro-sud. Il tempio principale in Italia, centrale e anche storicamente importante (inaugurato nel 2000), è quello di Novellara, in provincia di Reggio Emilia. Il primo, invece, per grandezza, secondo soltanto a livello europeo a quello di Londra (nel quartiere di Southall), è il gurdwara di Pessina Cremonese.

foto di Katiuscia Carnà

Sebbene la comunità sia frammentata in associazioni, nel 2021, si è costituito il primo organismo federativo, l’Unione Sikh Italia, che include la maggioranza dei centri/comunità Sikh in Italia, con l’obiettivo di dare una rappresentanza formale e giuridica alla comunità Sikh e di promuovere il rapporto con le istituzioni nazionali, le amministrazioni locali, le associazioni culturali e le altre comunità religiose. L’Unione conta l’adesione di più di cinquanta gurdwara (da nord a sud Italia passando per il centro), per la prima volta nella Storia del Sikhismo italiano, si assiste ad un passo in avanti della collettività, in cui le comunità si organizzano, si accordano, stabiliscono princìpi e obiettivi comuni (sebbene ci siano differenze a livello locale, territoriale e sociale a seconda del contesto in cui sono inseriti), comprendono la necessità di interagire con le istituzioni in una Federazione ben strutturata giuridicamente, nel lungo percorso di riconoscimento giuridico.

foto di Katiuscia Carnà

Struttura del Gurdwara

Il tempio Sikh è il gurdwara, ovvero letteralmente “porta della casa del Guru, il maestro”.

Ogni tempio è strutturato da una sala principale che accoglie la platea di fedeli, l’altare, dove si svolgono le preghiere, ma soprattutto luogo dove durante il giorno risiede il Libro Sacro, il Guru Granth Sahib Ji. Il Libro Sacro poi giornalmente alla sera viene riposto in una piccola stanza con letto e baldacchino a simboleggiare l’autorità del Guru Granth Sahib Ji.

Langar all'aperto a Roma - foto di Katiuscia Carnà

È prevista anche una stanza per la cucina comunitaria, il langar, ovvero una mensa dove chiunque può accedere e ricevere un pasto completo caldo gratuitamente. Simboleggia valori come l’uguaglianza (oltre qualsiasi casta, classe, nazionalità, religione) e la fraternità. In alcuni templi, è presente esternamente anche un piccolo pozzo a simboleggiare l’acqua purificatrice. Infatti, in India molti templi prevedono anche una piscina, più o meno grande per le abluzioni. Nei più grandi e spaziosi, sono previste delle sale riunioni per lezioni di lettura e scrittura della lingua punjabi e gurmukhi (la lingua antica) e per lo studio degli inni sacri (kirtan e kashviri); delle piccole biblioteche che ospitano libri di approfondimento e studio; stanze di accoglienza/alloggio per visitatori e pellegrini.

L’accesso ai gurdwara di tutto il mondo è libero per tutti e tutte al di là della nazionalità, della classe sociale e della fede religiosa. Quello più conosciuto nel mondo e riconosciuto come maggiormente importante dai sikh è l’Harmandir Sahib, detto anche “Tempio d'Oro”, rivestito interamente di oro e situato in India, nella regione del Punjab, nella città di Amritsar, la città Sacra.

Corteo sacro a Brescia - foto di Katiuscia Carnà

Festività

Una della festività più importanti è il Vaisakhi festività di origine agricola, che segna l'inizio dell'anno solare e in cui si festeggia la prima mietitura di grano, per tale ragione viene chiamata "festa del raccolto". Viene tradizionalmente celebrata il 13 o il 14 aprile di ogni anno. È una celebrazione molto sentita anche nella diaspora italiana, dove tante comunità organizzano simultaneamente e/o alternatamente la festività per le strade delle città italiane da nord al sud. Solitamente si allestisce un palco/altare in piazza alla presenza del Granthi, il Ministro del Culto (chiamato nel colloquiale anche Babaji con il suffisso onorifico) e del Libro Sacro.

Dopo essersi svolte le preghiere, si comincia un corteo religioso per le vie della città con a capo un carro con il Guru Granth Sahib Ji. I fedeli – in alcune città si raggiungono anche i 30 mila partecipanti provenienti anche da cittadine limitrofe - camminano scalzi e prima del passaggio del carro, si puliscono concretamente le strade con tanto di scope. La festività, come ogni altra celebrazione, è accompagnata dalla presenza della cucina comunitaria, offerta a chiunque voglia prenderne parte. Sebbene i templi sikh siano sempre aperti e accoglienti, in Italia il giorno di incontro della comunità è la domenica, giornata libera spesso da impegni lavorativi. È un’occasione preziosa per i connazionali di incontrarsi, pregare e mangiare insieme, e trascorrere del tempo tra familiari e amici dopo la celebrazione.

Altre festività legate al sikhismo sono spesso legate agli eventi storici correlati alle vite dei Guru (per il calendario festività sikh si veda anche: http://www.centroeugenioiv.org/sikh/calendario.aspx).

foto di Katiuscia Carnà

Strutturazione e organizzazione interna

Nel Sikhismo non esiste una gerarchia interna o una “struttura clericale”, piuttosto si tratta di un’organizzazione interna all’associazione che gestisce il gurdwara, il tempio, e pertanto scandisce anche la gestione organizzativa ed economica. Ogni tempio sikh è gestito da un’associazione che è composta dal presidente, vice-presidente, dal segretario, dal tesoriere. Esistono in realtà due tipologie di segretario: quello inteso genericamente in qualsiasi tipologia di associazione e poi quello che si occupa della gestione del palco, che parla alle persone, svolge una programmazione della giornata, organizza le festività. Tali ruoli possono essere occupati da figure maschili o femminili.

Il tesoriere non è solo un contabile amministrativo che si occupa dell’andamento economico dell’associazione, ma anche della pratica della raccolta delle offerte da parte dei fedeli che possono avvenire tramite semplice donazione ai piedi dell’altare (attraverso una scatola delle offerte come in chiesa) oppure tramite donazioni fisse (mensili/annuali/saltuarie) in cui i membri dell’associazione, e in questo caso del tempio, si impegnano a donare con assiduità, autotassandosi, per la sostenibilità delle spese del tempio.

A proposito di donazioni, si fa presente che periodicamente le comunità sikh di tutta Italia, autonomamente o a gruppi di Gurdwara, decidono, in base ai bisogni evidenziati, di sostenere una necessità della comunità italiana in cui vivono. Per esempio: donazione di un’ambulanza o di un macchinario necessario in un determinato ospedale. È una modalità di contribuire fattivamente al tessuto socio-economico in cui i sikh risiedono come cittadini e lavoratori.

L’organizzazione del tempio dipende anche e soprattutto dalla grandezza del gurdwara stesso, perché strettamente legate alle esigenze vive del luogo sacro. Pertanto se si tratta di un gurdwara piccolo le figure gestionali sono queste cinque; mentre se parliamo di uno di grandi dimensioni, come Novellara o Pessina Cremonese, le figure gestionali sono di numero maggiore perché si suddividono le mansioni generali in sotto-mansioni più specifiche e la figura del segretario viene affiancata da quella dei “sotto-segretari”, il contabile lavora supportato da un “vice-contabili” e via dicendo a seconda delle necessità.

I responsabili delle associazioni dei gurdwara decidono a chi sarà assegnata la figura del Granthi, che si potrebbe definire Ministro del Culto, inteso come “curatore del Libro Sacro” e vive nel tempio stesso. Ogni mattina all’alba porta, tramite una sorta di rituale, il Libro Sacro all’altare, lo legge, accompagnandolo a diverse preghiere nel corso di tutta la giornata, e poi la sera sempre tramite rituale lo ripone nel suo letto. Il Granthi, a seconda anche delle possibilità economiche del gurdwara stesso, viene scelto anche per le sue capacità di recitazione degli Inni Sacri. Del resto, non tutte le associazioni possono permettersi un gruppo fisso di cantori di Inni Sacri, pertanto in questo caso è il Granthi che garantisce la recitazione degli Inni Sacri durante le celebrazioni. Gli Inni Sacri sono solitamente accompagnati da un suonatore di tabla, che può essere un fedele che volontariamente si offre di accompagnare gli Inni Sacri o un professionista. In templi più grandi e con disponibilità economica maggiore, esiste la possibilità che vi sia un gruppo fisso di cantori (chiamati “ragi”) di Inni Sacri con uno o più suonatori di tabla e harmonium (due strumenti musicali indiani).

foto di Katiuscia Carnà

Esistono due tipologie di cantori in realtà: i “ragi”, ovvero il gruppo di cantori di Inni Sacri; “dhadi”, non recitano solo gli inni ma spiegano le gesta della Storia dei Guru, una sorta di sermone, ma senza essere accondiscendente. In alcune occasioni di festività importanti, alcuni gurdwara richiamano tali figure di cantori direttamente dall’India o dall’Inghilterra o da altri Paesi europei (sempre in base al budget a disposizione). La persona che esegue il “katha”, ovvero il Kathavachik, racconta le gesta della Storia dei Guru e anche la spiegazione di versi del Libro Sacro. Solitamente questa figura coincide con quella del Granthi, qualora non sia possibile sostenere le spese di questa figura. Al tempio di Pessina Cremonese, per esempio, il Granthi è molto preparato sia nell’aspetto della recitazione degli inni sia nel racconto della Storia dei Guru; quindi, in questo caso svolge lui tutte queste mansioni.

Questo in generale è quello che avviene all’interno della Sala che ospita l’altare con il Libro Sacro.

Al contempo, però, altrettanto importante è la zona del langar, ovvero della cucina comunitaria, gestita interamente da persone volontarie, non facenti parte dell’organizzazione strutturata dell’associazione del tempio. Sono solitamente persone che frequentano il gurdwara regolarmente e che decidono di mettere a disposizione il proprio tempo a servizio (sewa) del prossimo.

Le mansioni dei volontari nel langar possono essere molteplici: dalla preparazione del cibo, alla distribuzione/servizio ai fratelli e sorelle sikh, alla pulizia. Qui le figure possono essere donne e/o uomini che si mettono a disposizione per la preparazione del cibo e del tè. Spesso, vista la mole di lavoro si tratta di un vero e proprio gruppo di persone che si suddivide i vari compiti e le giornate di lavoro (sebbene il grande lavoro sia maggiormente presente la domenica, giornata di incontro della comunità). Se si tratta di un’associazione grande, internamente viene “eletto” un rappresentante del langar che possa interfacciarsi con il direttivo dell’associazione per l’acquisto di eventuali macchinari (es. forno, sbattitore, ecc.) oppure per le risorse economiche per l’acquisto delle materie prime necessarie per la cucina comunitaria, affinché possa essere sufficiente per tutti e tutte i/le fedeli.

Il servizio volontario alla mensa può essere un impegno fisso o anche giornaliero, se da una parte la preparazione del cibo prevede una gestione e una disponibilità più di lungo periodo, per il servizio dei pasti questo non è necessario, ma ci si può offrire anche al momento a seconda della necessità.

Sitografia

Credits:

Sikh conoscenza